Come sapete, A.Cu.M.E., fra le varie attività si occupa anche di recupero e valorizzazione delle tradizioni popolari del Sud Italia. Solitamente nel trattare l'argomento tendiamo a sottolineare che lo facciamo nel rispetto della verità storica. Cosa intendiamo con questo? Intendiamo che ognuno di noi, nel proprio campo (comunicazione/musica/danza/stage/teatro) cerca di trasmettere quello che ha appreso direttamente dalla fonte, fedelmente, senza filtri e rielaborazioni personali. Ma non è detto che questo sia il modo giusto o universale di diffondere gli insegnamenti dei padri della tradizione, non è detto che questo sia il modo più semplice e immediato di coinvolgere e far appassionare le persone al nostro discorso. Spesso ci siamo trovati a parlarne tra di noi o con amici o con appunto “padri della tradizione” o figli dei “padri della tradizione”… e allora abbiamo pensato perché non aprire un dibattito, perché non confrontarci con i volti più noti della musica tradizionale a Torino e perché non permettere a loro e a noi di rivolgerci direttamente a uno degli artisti che, forse più di altri, può aiutarci ad affrontare la tematica a 360 gradi? Un artista nato e vissuto in una famiglia dove suoni, canti e “cunti” salentini facevano da sottofondo alla vita quotidiana, ma anche un artista che ha fatto parte e fa parte di progetti ed eventi in cui quegli stessi suoni e canti vengono presentati “per così dire” in maniera diversa…Questo artista è Gianluca Longo, musicista e musico terapista salentino (vd curriculum).
Così è nata l'idea di promuovere il convegno pubblico "La cultura salentina fra tradizione e contaminazione".
Longo ovviamente è stato, non solo il relatore principale, ma l’ospite d’onore. Nella prima parte ha invitato i presenti, circa una quarantina, a "tuffarsi" in quell' immenso giacimento di cultura e tradizioni che è il Salento per far percorrere loro un viaggio che partendo dal tarantismo è giunto fino a quella “Notte della Taranta” che, per gli amanti del "c'era una volta" è divenuta, a malincuore, fenomeno da baraccone. Il pubblico attento è riuscito a cogliere insegnamenti e suggerimenti che l'artista, enciclopedia popolare, non ha risparmiato di elargire.
Nella seconda parte è stata data voce ai rappresentanti dei principali gruppi di musica tradizionale del Sud Italia a Torino e delle Associazioni che quotidianamente lavorano affinché, a 1000 km di distanza, non si perdano gli usi, le tradizioni e i suoni del Sud Italia. Ognuno ha portato la propria esperienza e espresso la propria opinione sulla tematica proposta dagli organizzatori: “Riproporre fedelmente la tradizione con il rischio di uccidere la creatività del musicista o contaminare, modernizzare per rispondere ai bisogni attuali dei fruitori e promuovere uno scambio culturale, ma con il rischio di “macchiare” la tradizione?”.
L'indomani, domenica 4 Ottobre, Gianluca Longo ha presentato il suo libro "Il Mandolino. Storie di uomini e suoni nel Salento" presso il Fluido. Per noi di Acume è stata una serata importante, perchè attraverso l'artista abbiamo avuto modo di presentare e conoscere un altro aspetto del Salento.
Come l’autore spiega nella premessa, tutte le ricerche fino ad oggi hanno affrontato i soliti temi: il canto, il tamburello, il tarantismo e così via, trascurando tanta altra musica e tradizione. Gianluca da mandolinista, nipote di un noto mandolinista ha sentito, invece, la necessità di ricercare uomini e suoni legati al suo strumento, che tanto ha dato nel passato ma che, per scarsa attenzione, rischia di cadere nell'oblio. Il risultato più visibile del lavoro dell’artista è il libro con cd allegato che racconta uno spaccato temporale molto ampio di uomini e situazioni che hanno contribuito a costruire la cultura musicale salentina. Il mondo del mandolino nella sua dimensione popolare viene raccontata da anziani che Longo ha intervistato e inserito in una sezione del libro definita “ritratti”.
Dopo la presentazione con interventi musicali in cui il mandolino è stato accompagnato unicamente da una chitarra, la serata è proseguita, manco a dirlo, con danze e musiche dal Sud Italia.
Toccanti i momenti in cui, nei due giorni, è intervenuto il cantastorie siciliano Nonò Salamone.
Un caloroso grazie da noi tutti a Gianluca Longo, che in un week end d'autunno ha portato a Torino il calore e la storia del Salento. Che gli insegnamenti di persona umile quale è, possano guidare coloro che, nel nome della tradizione, rappresentano la sua terra nella nostra città. (TR)
Dai, avete un nuovo fan! ;-) Bravi tutti, e bravissima Tiziana!
RispondiEliminaContinuate così! ^__^
Lu.